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domenica 1 ottobre 2017

CAMPAGNA DI DONAZIONE AIDO A PIETRAPERZIA IN PIAZZA VITTORIO EMANUELE


Donazione Aido
 PUNTO DI SENSIBILIZZAZIONE

IL PRESIDENTE EMANUEL CARCIOFOLO

 PIETRAPERZIA. Celebrate in Piazza Vittorio Emanuele le due giornate, sabato e domenica, dell’AIDO in coincidenza con la sensibilizzazione nazionale. L’AIDO (Associazione Italiana per la donazione di Organi) a Pietraperzia esiste da un decennio. Fu fondata da Manuel Carciofolo che fu commissario alla fondazione e nell’elezione di due anni fa è stato eletto presidente. In atto vi sono 230 soci ed il direttivo è completato da vice presidente: Giovanni  Emma, economo: Filippa Emma, segretaria: Sabrina Carciofalo, componenti del direttivo sono: Liborio Santoro, Claudio Valverde, Salvatore Adamo, Giuseppe Polina. Collegio dei revisori: Enza Di Gloria, Catena Tedesco e Michele Falzone. Probiviri: Giuseppe Paolino, Vincenzo Bongiovanni e Katia Santoro.

       I volontari hanno distribuito una piantina di Anthurium Andreanum ad offerta libera. “I volontari dell’A.I.D.O. – afferma il presidente Manuel Carciofolo – siamo stati presenti,  numerosi ed abbiamo  incontrato numerosi cittadini per dare loro informazioni sull’importanza della donazione come valore sociale e come opportunità per salvare la vita a chi non ha altre possibilità di sopravvivenza. Le offerte ricevute sono finalizzate a ulteriori campagne informative e alla ricerca sui trapianti”.

“La responsabilità sociale –afferma il dottor Giuseppe Gangitano, medico dell’AIDO ed ex primario di nefrologia -    è la chiave di volta della donazione; va supportata non solo attraverso un sistema sanitario che assicuri risultati ma anche attraverso la diffusione di un’informazione continua e trasparente per chiarire soprattutto gli aspetti più controversi come, per esempio, le modalità di accertamento della morte cerebrale, le garanzie di rispetto delle volontà del potenziale donatore e dei familiari, la trasparenza delle liste d’attesa”

 “Quindi – conclude il dottor Gangitano - obiettivo dell’A.I.D.O. è smussare questa resistenza psicologica ed eliminare pregiudizi e disinformazione che rischiano il più delle volte di incrinare il sistema delle donazioni. É necessario generare un cambiamento culturale nell’opinione pubblica: gli incontri con la popolazione nelle piazze, possono aiutare ad avvicinarsi in maniera cosciente e razionale alla realtà dei trapianti”.

Giuseppe Carà