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giovedì 28 luglio 2016

Domani Kermesse sulla mafia con un libro di Jasè Trovato


Domani Kermesse sulla mafia con un libro di Jasè Trovato 

Il Primo cittadino

PIETRAPERZIA. Domani Kermesse sulla mafia con un libro di Jasè Trovato. Una serata all’insegna della legalità e della lotta al malaffare, in un centro che nelle ultime settimane è balzato agli onori delle cronache per le inchieste antimafia condotte dai carabinieri e dalle Dda di Caltanissetta e Milano. A organizzarla è stato il Comune di Pietraperzia, su iniziativa del sindaco Antonio Bevilacqua. Accadrà domani alle 19 nel chiostro della chiesa di Santa Maria di Gesù, e all’evento parteciperanno il presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia Ignazio Cutrò e il deputato regionale  Giancarlo Cancelleri. L’occasione è la presentazione di un libro, “Mafia balorda”, scritto da un giornalista ennese, Josè Trovato. Presente la giornalista Maria Chiara Graziano, moderatrice, e l’autore, il quale annuncia alcune novità della sua inchiesta, con cui ha tratteggiato i profili dei personaggi coinvolti nelle operazioni antimafia degli ultimi anni in Terra ennese. Dall’arresto dei “soldati di Cosa Nostra” alle interazioni tra mafia e politica, agli atroci delitti degli ultimi anni, il testo ricostruisce le storie, sconosciute ai più, di una terra insanguinata dove qualcuno, in maniera mistificatoria, continua a sostenere che “la mafia non esiste”.
Giuseppe Carà 

martedì 26 luglio 2016

NORME TECNICHE PER LA DIOFFERENZIATA


Norme tecniche per la differenziata


Pietraperzia. Nel bel mezzo dell'emergenza rifiuti che sta affliggendo l'intera Sicilia, ha preso il via ieri a Pietraperzia il primo progetto organico di raccolta differenziata dei rifiuti. “Il nuovo sistema – dichiara il sindaco Antonio Calogero Bevilacqua -   di raccolta, lungi dall'essere una soluzione definitiva al problema è, invece, una misura urgente messa in campo con ordinanza sindacale proprio per iniziare ad uscire da un sistema di conferimento indiscriminato ed abituarsi alla nuova mentalità della separazione dei rifiuti. In particolare, la decisione emergenziale è giustificata da contingentamento delle quantità di rifiuti che possono essere conferite in discarica dai comuni siciliani, così come deciso a livello regionale”.
 Per Pietraperzia, la Regione ha stabilito un quantitativo quotidiano massimo di circa 7 tonnellate, mentre fino ad oggi se ne sono smaltite almeno 10 ogni giorno, con la conseguenza che per evitare l'accumulo di rifiuti nelle strade l'unica soluzione disponibile è quella di ridurre la quantità di rifiuti da trasportare in discarica, tramite la raccolta differenziata delle frazioni riciclabili e dell'umido. Proprio su quest'ultima frazione del rifiuto, l'umido, si concentra il nuovo sistema di raccolta che prevede un conferimento alternativo di umido ed indifferenziata in due diversi cassonetti stradali che saranno raccolti ad intervalli di un giorno. In particolare, il lunedì, mercoledì e venerdì sera dopo le 19,00 si dovrà conferire il rifiuto umido, cioè tutti gli scarti organici, mentre la domenica, martedì e giovedì si butterà l'indifferenziata sempre dopo le 19, 00. Invece, per i rifiuti riciclabili potranno essere usate le cosiddette campane colorate a qualsiasi ora ed in qualsiasi giorno, bianca per carta e cartone, verde per vetro e alluminio e gialla per la plastica. “Si tratta di una misura necessaria e non rinviabile – conclude il sindaco Bevilacqua – che, però, necessita la massima collaborazione da parte di cittadini. L'umido rappresenta il 40% del peso complessivo dei rifiuti e sarà portato presso l'impianto di compostaggio di Dittaino di proprietà dell'ATO, così diminuendo la quantità di rifiuti che vanno a finire in discarica. Mentre carta, plastica, vetro e alluminio sono portate alle piattaforme del riciclo e pagate. Se la cittadinanza collaborerà, e di questo ne sono certo, in poco tempo faremo rientrare l'attuale situazione critica e potremo iniziare a risparmiare, in attesa che la Regione ci approvi il nuovo piano d'intervento e che si cominci con la raccolta porta a porta”.
Giuseppe Carà

domenica 24 luglio 2016

FESTA DI SAN CALOGERO DOMENICA PROSSIMA GIORNO 31 LUGLIO


Viaggi scalzi per la festa di San Calogero e sagra del Pane
IL PANE BENEDETTO DI SAN CALOGERO


PIETRAPERZIA. Sono iniziati i voti dei viaggi scalzi per devozione alla festa di San Calogero che a Pietraperzia si celebra domenica 31 luglio prossimo. Da tutto il paese le persone vanno in voto ad incontrare San Calogero nella chiesa di San Nicolò. 
Il giorno della festa si celebra si celebra la Sagra del Pane, che è ricondotta ai voti che i fedeli hanno fatto per delle guarigioni ottenute per l’intercessione del santo taumaturgo. La festa per antica tradizione si celebra l’ultima domenica di luglio e per la circostanza molti pellegrini vengono dai paesi vicini. L’anno scorso furono portati circa sette quintali di pane ed ogni pezzo rappresentava l’icona di una testa, di una mano, di una gamba e di altre parti del corpo per il quale si è ottenuta la guarigione. Prima della messa il prete celebrante benedice il pane, che poi viene distribuito dopo la messa e buona parte viene portato agli ammalati, come segno di devozione.
       Nella giornata di domenica nella chiesa San Nicolò, verranno celebrate quattro sante messe: alle ore nove, dieci, dodici e 18,30. In preparazione della festa è stata fatta la quindicina e prima della messa ogni giorno è stata recitata la coroncina a San Calogero, composta trent’anni fa dallo stesso rettore della chiesa. Nella chiesa è custodita una reliquia del santo. La festa di San Calogero ebbe la sua  affermazione nel secolo scorso per l'attivismo del canonico Calogero Palascino: allora il pane raccolto veniva dato ai poveri.
San Calogero  venne in  Sicilia  dalla  Cappadocia  nel quarto secolo per sfuggire alla persecuzione ariana: con lui vennero il vescovo Gregorio ed il diacono Demetrio. San Calogero visse da eremita nella grotta; e pare che abbiamo cambiato molte grotte; quindi molti centri vantano la presenza di san Calogero e tra questi Termini Imerese, San  Martino delle Scale,  Pietraperzia,  Naro,  Canicattì, Agrigento e Sciacca dove econdo la  tradizione  San  Calogero  sia  stato  martirizzato e seppellito nella grotta del Cronio. Sul martirio  di San Calogero l'unica fonte che  abbiamo è un documento che risale al  nono secolo ed è un  inno del breviario romano. La chiesa San Nicolò è una Rettoria autonoma che collabora con le altre parrocchie ed ivi vengono realizzate  molte iniziative a carattere filantropico dai gruppi di volontariato.
Giuseppe Carà

sabato 23 luglio 2016

INTERVENTO DECISO DEL SINDACO SULLA POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA, SOSPESA PER DIECI GIORNI



Acqua potabile intervento del sindaco Antonio Bevilacqua

IL PRIMO CITTADINO
ANTONIO CALOGERO BEVILACQUA 
PIETRAPERZIA. Interevento del sindaco Antonio Bevilacqua sul problema dell’acqua potabile che è stata sospesa per dieci giorni. “È tornata pienamente potabile – afferma il sindaco Bevilacqua - l'acqua della rete idrica. Nella mattinata dello scorso giovedì è, infatti, arrivata la comunicazione al Comune da parte dell'Asp di Enna con cui veniva fatto rientrare il divieto di uso umano. Tale limitazione era stata decisa in conseguenza della rilevazione di taluni valori fuori norma da parte dell'Asp, cui sono seguite due ordinanze sindacali dell'11 e del 18 luglio”. 
 Il sindaco è, infatti, tenuto a vietare l'utilizzo potabile quando l'Asp comunica qualsiasi alterazione dei normali valori. A Pietraperzia i disagi sono stati notevoli dato che l'acqua non è stata potabile dall'11 al 21 di luglio e la cittadinanza si è giustamente allarmata ed arrabbiata per un servizio che è pagato a caro prezzo e che dovrebbe prevedere approvvigionamenti alternativi in casi come questo. Da parte sua il Comune, nella persona del Sindaco, in mancanza di qualsiasi rimedio predisposto dal gestore Acquaenna, ha ordinato a quest'ultimo di ridurre la tariffa del 50% per tutti i giorni in cui l'acqua non è stata potabile, pena l'irrogazione di sanzioni.
 Negli scorsi giorni, vi è stata anche una polemica riguardante la casa dell'acqua, struttura a gestione privata che eroga acqua depurata. I consiglieri di minoranza PD, Di Gloria e Romano avevano, infatti, affermato a più riprese che la casa dell'acqua avrebbe erogato per diciassette giorni acqua inquinata dalla presenza di batteri. In realtà, questa seconda vicenda ha preso le mosse da una diffida dell'Asp di metà giugno, in cui si ordinava al gestore l'interruzione del servizio se non avesse provveduto entro cinque giorni a rendere ispezionabili i locali. Trascorso inutilmente tale termine, anche il sindaco aveva emanato ordinanza di sospensione del servizio, pur in mancanza di qualsiasi alterazione dei valori delle analisi dell'acqua erogata. Infatti, tutte le analisi effettuate da metà giugno e fino a qualche giorno fa hanno riscontrato valori perfettamente nella norma. Attualmente la casa dell'acqua rimane chiusa a seguito di ispezione del personale dell'Asp che ha rilevato carenze igienico sanitarie dei locali che, però, non hanno influenzato la qualità dell'acqua erogata. Ora tocca al gestore rimettere tutto in regola per riattivare il servizio. "È stata una vicenda paradossale, condita con elementi allarmistici, diffamatori e calunniosi - afferma il sindaco Bevilacqua - l'acqua erogata dalla casa non è mai stata inquinata, eppure alcuni consiglieri di minoranza hanno sostenuto e denunciato falsamente questa situazione alle autorità, accusando personalmente il sottoscritto. La realtà dice altro, la casa è stata chiusa una prima volta per non aver reso accessibili i locali ed una seconda per la situazione rilevata in tali locali, senza che ciò abbia mai influito sulla potabilità dell'acqua. Sono tutte vicende che attengono ai rapporti fra il gestore e l'Asp che autorizzerà certamente la riapertura una volta adempiute le prescrizioni. Da parte mia, ovviamente, intendo tutelare la mia persona nei confronti di chi mi ha ingiustamente denunciato, palesando un maniera di fare politica che mi fa ribrezzo. Continueremo a collaborare con l'Asp per assicurare la salute della cittadinanza".
Giuseppe Carà

venerdì 22 luglio 2016

IL GREST DI PINO RABITA ED OSVALDO BRUGNONE NELLA CACCIA AL TESORO SULLA STORIA MEDIOEVALE PROPINATO DALL'ARCHEO CLUB


Grest sulla storia medioevale



I GRUPPI
 IN ATTIVITA' DI LABORATORIO 

PIETRAPERZIA. “ArcheoGrest, la caccia al tesoro”. È questo il titolo della manifestazione organizzata dalla sezione pietrina dell’Archeoclub in collaborazione con il Grest interparrocchiale “Per di qua…” delle parrocchie Chiesa Madre e Madonna delle Grazie. I 140 ragazzi, guidati dai circa 25 animatori si sono ritrovati, mercoledì 20 luglio alle ore 18, in piazza Vittorio Emanuele per trascorrere insieme ai soci dell’Archeoclub un pomeriggio all’insegna della cultura e della storia locale. In particolare l’attenzione si è focalizzata sul periodo medievale della cittadina di Pietraperzia, della storia e delle leggende legate alla vita del castello Barresi. Ognuno dei partecipanti, attraverso il gioco, ha potuto imparare qualcosa.
Dopo una introduzione del Segretario dell’Archeoclub Gianluca Micciché, hanno avuto inizio i sette giochi che hanno coinvolto l’intera piazza; giochi quasi tutti inerenti la scoperta dello stile di vita che si svolgeva all’interno di un castello medievale. L’ultimo gioco riguardava la caccia alle cosiddette “tre donne marcia e bbinni”; si tratta di una delle più note leggende conosciute in paese. Questo racconto, tra storia e leggenda, è il caso proprio di dire “ si cunta e ssi rraccunta…”. La storia di queste tre sventurate donne, a dire della studiosa Veronica Riccobene, fu un fatto realmente accaduto durante il regno di Federico II di Svevia (1194-1250), ma si svolse a Palermo e non a Pietraperzia. Ma un illustre cittadino pietrino, Antonio Tortorici, raccontò così il fatto delle “tri donni marcia e binni”: “A Pietraperzia cc’è un castiddu anticu, ca ’u fabbricaru li Saracini. Sutta lu castiddu cci sunu tanti cammari quantu li jorna di l’annu. Na vota tri donni vusiru scinniri ’nti stu suttirraniu e accumminzaru a camminari. ’Nti sti cammari cc’era lu lazzu ppi nun si pirdirisi nuddu, e li donni cu na manu jiavnu tininnu lu lazzu, e cu l’autra jivanu tininnu la cannila. Mentri ca taliavanu na cosa, un sacciu socch’era, ardiru lu spacu, e si pirsiru a mizzu li cammari, senza putiri nnesciri cchiù; e pir chissà misiru a li tri donni lu nnomu di li tri donni marcia e bbinni , pirchì caminavanu e cci abbinni stu fattu”. In altri racconti popolari v’è la variante che le donne nell’entrare nel castello legarono il bando d’un gomitolo di lana al battente del portone d’ingresso ed un malintenzionato lo recise facendo perdere così le tre donne nei sotterranei.
“Il lieto fine della giornata – conclude il dr. Gianluca Micciché – non è stato solo il ritrovamento delle “Tre donne” vestite in costume e nascoste nei vicoli adiacenti alla piazza, ma al desiderio di un bambino che alla domanda se si fosse divertito, ha risposto che il suo desiderio più grande è quello di poter vedere il nostro Castello ricostruito com’era una volta; con l’auspicio che il desiderio del bambino, che è il desiderio di tutti i pietrini, possa un giorno realizzarsi”.
Giuseppe Carà