Salvato un Occhione che stava
per essere strozzato da un cane
MICHELE PAGLIARO
PIETRAPERZIA. Salvato un Occhione (in gergo locale
“Cirluvì”), uccello di specie protetta, in contrada Runzi che stava per essere
strozzato da un cane. Nei paraggi si trovava Michele Pagliaro di 33 anni
camionista, abitante in via Serpe, 50, che si è accorto che l’Occhione è caduto in
picchiata ed è finito nella trazzera vicino; con tempestività un cane randaggio
si è avventato sull’uccello. Michele Pagliaro anche lui lì vicino ha fatto in
tempo a bloccare il cane prima che
prendesse l’Occhione ed è riuscito a farlo allontanare con un bastono che si
è trovato a portato di mano. L’Occhione se l’ha fatto franca; ma caduto a terra
non ha avuto possibilità di movimento perché aveva un’ala spezzata, che, però, non
presentava segni di ferimento di arma da
fuoco. L’uccello si è ferito mentre cercava di uscire ed allentarsi dal nido
che aveva nei paraggi. Allora Michele Pagliaro si è messo in contatto con il comandante
delle guardie forestali di stanza a Pietraperzia. Ieri mattina alle ore 8,30 veniva
consegnato al comandante Filippo Emma, ed è stato portato nei locali della
riserva della protezione del Parco Ronzi. a disposizione della riserva di
uccelli che vengono trovati in una
situazione di disagio.
L’Occhione
si prende appellativo di “invisibile” come invisibile è il nido. Uccello
prettamente crepuscolare e notturno, l’Occhione deve il proprio nome comune,
come è facile intuire, alla grande abilità visiva che gli permette di volare
anche di notte, e di difendersi in questo modo abilmente dai potenziali
predatori. Invisibile appunto è anche il nido, perfettamente mimetizzato anche
tra i sassi, e le uova stesse hanno spesso una colorazione molto simile a
quella delle pietre. Schivo e diffidente nei confronti dei predatori,
l’Occhione è un professionista delle “arti mimetiche”, ma nel nostro Paese non
trova facilmente aree adatte ad ospitare il nido. Fanno questa funzione, in
molte aree d’Italia tra i larghi greti dei fiumi, specialmente nei periodi di
secca.
Piuttosto
grosso e tarchiato, un esemplare può
raggiungere un’apertura alare di poco inferiore al metro per una lunghezza anche
di 45 cm. l’Occhione predilige per l’alimentazione aree coltivate aperte e le
zone steppiche in genere.
Giuseppe Carà