I cinque dipendenti comunali
distaccati al servizio di nettezza urbana devono continuare ad essere gestiti
dall’ATO rifiuti fino alla naturale scadenza del comando, fissato con delibera
di giunta alla data del 31.12.2016
ARCHEOLOGO SEBASTIANO SALERNO VICE SINDACO
PIETRAPERZIA. “I cinque dipendenti comunali
distaccati al servizio di nettezza urbana devono continuare ad essere gestiti
dall’ATO rifiuti fino alla naturale scadenza del comando, fissato con delibera
di giunta alla data del 31.12.2016”. È questa la ferma posizione che ha assunto
l’amministrazione comunale di Pietraperzia sulla questione scoppiata lo scorso
venerdì. In quella giornata è pervenuta in Municipio una strigata PEC
(perentoria comunicazione) da parte dell’ATO in cui si comunicava la revoca
unilaterale del comando dei cinque dipendenti comunali con effetto immediato
già dal sabato 1 ottobre e la motivazione sarebbe un presunto esubero di
personale. “Siamo ben consapevoli che l’ATO rifiuti ha un eccesso di personale
derivante da sciagurate politiche attuate in passato – tuona il Vice Sindaco
Sebastiano Salerno – tuttavia tale esubero è sempre stato riferito ai
dipendenti amministrativi e mai agli operatori di cantiere. Infatti, ogni
comune ha un proprio cantiere con un numero definito di operatori ecologici (Pietraperzia
ne ha attualmente 14, ndr) e non risulta che ci sia mai stato un operatore
senza mansioni da svolgere. In realtà tale situazione deriva dalla scelta
arbitraria del Comune di Agira di affidare il servizio a ditta privata
ricorrendo ad ordinanza contingibile (di necessità) ed urgente, con la
conseguenza che la ditta utilizza proprio personale e i 21 operatori ATO di
Agira sono rimasti al palo”. Infatti, la situazione delicata dei cinque
lavoratori di Pietraperzia deriva a cascata da due atti unilaterali di altri
Enti, il primo quello del Comune di Agira ed il secondo quello della gestione
commissariale dell’ATO che avrebbe revocato il comando. “Non possiamo
assolutamente accettare tale imposizione per svariati motivi – continua Salerno
– in primo luogo l’unico legittimato a poter revocare il comando è il datore di
lavoro, e quindi il Comune di Pietraperzia, ed in secondo luogo tale revoca
costituirebbe un grave colpo al già martoriato bilancio comunale. In questa
maniera saremmo costretti a pagare con i proventi delle bollette i cinque
lavoratori di Agira che l’ATO ci vorrebbe mandare ed in più sobbarcarci i
cinque stipendi dei comunali”. Data l’urgenza e la delicatezza della situazione
il comune di Pietraperzia ha indirizzato già lo scorso sabato una nota all’ATO,
agli organi regionali ed al Prefetto di Enna, comunicando che per l’Ente
comunale la revoca del comando è del tutto inesistente o, comunque, nulla ed
inefficace. Infine l’amministrazione è anche decisa a chiedere al Commissario
dell’ATO di impugnare l’ordinanza di Agira da cui sono derivate le gravi
conseguenze per Pietraperzia.
Giuseppe Carà