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sabato 6 agosto 2016

IL LIBRO DI JASE' TROVATOSULLA MAFIA IN PROV INC IA DI ENNA


Baluardo sulla mafia


 I VALENTI ORATORI
 
PIETRAPERZIA. Serata di frontiera contro la mafia nella sala convegno del convento di Santa Maria. Mobilitazione generale della comunità pietrina con tutti i settore antropologici.
       L’attacco dei lavori è venuto da Ignazio Cutrò, imprenditore di Bivona, in provincia di Agrigento, e presidente dell’associazione nazionale dei “Testimoni di Giustizia” che ha aperto i lavori affermando:  “Quando la mia impresa ha chiuso i battenti, lo Stato ha perso una battaglia nella lotta contro la mafia. La Regione ha fatto una legge per l’assunzione dei testimoni di giustizia, ma io voglio tornare a fare l’imprenditore. Lo Stato deve ripristinare la legalità e mettermi nelle condizioni di lavorare”.
       La serata titolata “Mafia Balorda” è stata organizzata dal sindaco Antonio Bevilacqua e dalla sua amministrazione, alla presenza del deputato regionale Giancarlo Cancelleri. La storia di Cutrò, che nonostante gli attentati subiti, i danni per centinaia di migliaia di euro subiti dagli uomini del racket, ha scelto di non lasciare la sua Bivona, è stato uno dei momenti più emozionanti della serata, in un salone gremitissimo. Nel contesto della Kermesse è stato presentato il saggio del giornalista Josè Trovato, “Mafia balorda”. Ha coordinato i lavori la “mafiologa” Maria Chiara Graziano. Nel testo viene raccontata, tra l’altro, la vicenda del sindaco di Pietraperzia, fatto oggetto di un attentato incendiario, alcuni mesi fa, per la sua linea d’intransigenza morale e di contrasto dell’illegalità. “Ho sentito il calore della gente e la voglia di cambiare le cose; – ha detto il sindaco Bevilacqua - ho sentito la presenza in massa di tanta gente, all’indomani dell’incendio del portone di casa mia: è stato un segnale importante”. Dal canto suo, il deputato Cancelleri ha parlato di mafia e politica, ribadendo, riferendosi ad alcuni storici nervi scoperti del territorio ennese, che “un politico non può incontrare un mafioso”; e ha parlato del ruolo chiave della società nella lotta alla mafia, che non può essere delegata solo alle forze dell’ordine e alla magistratura. “Quattro anni fa, quando abbiamo saputo che la mafia di Gela aveva organizzato degli attentati ai danni di due magistrati di Caltanissetta – ha raccontato Cancelleri – ci siamo detti: “Perché non andare davanti al Palazzo di Giustizia di Caltanissetta a far sentire il nostro supporto?”. Ci siamo ritrovati in 3 mila ed è nato così il movimento “Scorta Civica”, per aiutare degli eroi vivi”. “Operazioni e personaggi vengono raccontati con il linguaggio della strada perché è ai giovani, ai loro slang, al loro mondo che l’autore intende rivolgersi”, ha detto la moderatrice. “A Pietraperzia esiste da sempre un clan mafioso storico, agguerrito e sanguinario – ha detto Trovato – che negli ultimi anni ha cercato di rilanciare le proprie attività, dal racket delle estorsioni al traffico di droga a quello delle armi, che nell’ultimo periodo, per il clan di Pietraperzia, era diventato una piccola El Dorado”. 
Giuseppe Carà